
Lo scorso anno, il ciclista americano è stato proclamato dalla rivista americana Sports Illustred “uomo dell’anno”, per aver vinto per quattro volte di fila il Tour de France. Il quotidiano USA Today, invece, lo ha presentato in prima pagina con un’aureola, definendolo “il Santo della Bicicletta”.
Con la vittoria di quest’anno, siamo a sei: in questo modo, sono stati superati tutti i record di Miguel Indurain, Eddy Merckx… Sul trionfatore di Parigi, dopo che nel 1996 fu colpito dalla terribile “malattia del secolo”, nessuno avrebbe scommesso sul suo ritorno in bicicletta. Oggi, piuttosto che un ciclista ed un atleta, Lance è diventato una specie di “macchina della speranza”. Vederlo correre, alzare le mani al cielo, non vuol dire solo vincere nello sport. Lo dimostra il fatto che riceve tantissime lettere, per lo più scritte da persone malate di cancro, distrutte dalle chemioterapie. Persone che vivono quello che lui ha vissuto, che guardano alla forza che Armstrong ha avuto per rialzarsi e arrampicarsi fin sulle Alpi e i Pirenei.
Attorno a Lance non ci sono solo amanti del ciclismo: molti dei suoi tifosi amano la vita (o forse temono la morte) e guardano a lui, pensando e sperando… “Può succedere anche a me”.
Facciamo un salto (o se preferite, una pedalata) all’indietro.
Nato il 18 settembre 1971 a Plano in Texas. A soli sedici anni arriva quinto nel campionato americano di Triathlon. Nel 1991 ancora dilettante è campione nazionale statunitense. Nel 1993 vince il campionato del mondo su strada, e una tappa del Tour de France. Ma quando i sentieri della gloria sportiva sembrano spianarsi di fronte a lui, arriva la mazzata. Nell’ottobre ‘96, gli viene diagnosticato un cancro maligno ai testicoli con metastasi a polmoni e cervello. Lui stesso annuncia di avere il 50% di possibilità di sopravvivere. Dopo aver versato il suo seme in provetta, viene operato tre volte. Dopo quattro cicli di chemioterapia cheproducono l’effetto voluto: il cancro si ferma. A cinque mesi dalla diagnosi, Lance riprende a pedalare, senza nessun’idea di una carriera futura nel ciclismo.
Per lungo tempo, lo sportivo parlando della sua malattia senza reticenze va a passo d’uomo, divenendo un testimone d’eccezione della lotta contro il cancro, per cui crea una Fondazione con il suo nome, “The Lance Armstrong Foundation” dedicata ad aiutare chi è sopravvissuto ad un cancro. Il suo libro “Il mio ritorno alla vita” ha venduto solo negli Stati Uniti oltre 400 mila copie, è stato tradotto in varie lingue e gli incassi servono a finanziare la ricerca. Il presidente George Bush lo ha nominato membro della Commissione Nazionale per la Lotta al Cancro.
Lance con un nuovo grande sentimento d’umanità è cambiato come uomo ma anche come corridore: ora attacca anche in salita, associa alla potenza del passista l’agilità dello scalatore. È il caso di dire che la malattia e la sofferenza cambiano la vita. Dopo la malattia, nel maggio del’98 torna a correre in una gara ciclistica e vince. Nello stesso mese si sposa con Kristin, dalla quale ha tre figli attraverso l’inseminazione artificiale, essendo divenuto sterile dopo la malattia. Nell’estate e autunno dei 1998, Armstrong zittisce il mondo del ciclismo: vince il Tour di Lussemburgo, il Tour d’Olanda, il Campionato del Mondo… Un’escalation che non conosce pausa. Il Tour de France diventa il suo obiettivo preferito (1999, 2000, 2001, 2002 e 2003).
Il suo desiderio era riuscire dove non è riuscito nessuno: vincere sei Tour de France di fila. Ne mancava uno solo!!!
In un’intervista, Lance ha dichiarato: “Spero di aver aiutato le persone in un modo nuovo, alfine che possano accorgersi che le cose sono fragili e che ora possiamo darci le opportunità per fare cose di valore. lo sono stato fortunato perché ero in buona forma fisica quando tutto è cominciato, quindi non ho avuto altre complicazioni dal punto di vista fisico… non so. C’erano momenti, c’erano giorni in cui pensavo «Dio, forse tutto questo non funzionerà e io morirò!», ma… «Ho cercato il Signore, ed Egli mi ha risposto; mi ha liberato da tutto ciò che m’incuteva terrore. Quelli che Lo guardano sono illuminati, nei loro volti non c’è delusione. Provate e vedrete quanto il Signore è buono! Beato l’uomo che confida in Lui» (Salmo 34). Egli libera velocemente da ogni pensiero di timore e ti dà la vittoria. Siate forti”.
Sì, Lance ha vinto un’alta volta! Ha vinto il tumore, ha vinto sei Tour de France, ha vinto la sua vita.
Si, con Gesù, e solo con Lui si può! Egli fa miracoli ancora oggi, Lance ne è un esempio vivente, cerca anche tu la vittoria nelle Sue promesse che troverai nella Bibbia. Oltre alla vittoria sulla malattia però, vincere il cielo rimarrà sempre la vittoria più grande e più bella.
Sì, perché no! Prova con Gesù e auguri.
Nicola Andrea Scorsone
nikscorsone.maranath@libero.it
Radiato per uso di doping